Regional Integration Accelerator

Il lavoro per accelerare i tempi dell’inserimento

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Denominato RIAC è un Progetto europeo che coinvolge oltre ad Aliseicoop altri cinque Partner. E’ finalizzato all’inserimento socio/lavorativo di rifugiati e richiedenti asilo attraverso modalità innovative centrate sulla ricerca preliminare di un datore di lavoro disponibile all’assunzione di un migrante e sulla parallela individuazione di un lavoratore rifugiato che si impegni al contestuale apprendimento di lingua e professionalità. Questo rovesciamento del percorso tradizionale (che mette al primo posto l’acquisizione della lingua e poi l’inserimento sul mercato del lavoro) può essere un importante fattore di accelerazione dei tempi di inserimento, ma può anche permettere di rendere più significativo l’apprendimento della lingua di fatto finalizzata anche al lavoro oltreché alla conoscenza del paese di accoglienza. In grande sintesi si punta a creare una stretta sinergia tra domanda e offerta che deve condurre all’assunzione del lavoratore. Una vera e propria sfida, soprattutto nel contesto italiano attuale!

In altre parole, a partire da un’analisi del mercato del lavoro locale (nello specifico quello del territorio della Regione Umbria) il Progetto mira ad individuare non solo i bisogni del contesto, ma quelli specifici dei datori di lavoro con cui si entra in contatto nella prima fase dell’implementazione progettuale. In sinergia con l’eventuale disponibilità dei datori di lavoro all’inserimento di rifugiati o richiedenti asilo nelle proprie aziende, si passa ad una successiva fase presso le strutture di accoglienza per verificare la disponibilità del migrante ad essere inserito nel posto di lavoro individuato,posto che sia accertata la congruità di capacità e competenze e che si sia manifestata la volontà di acquisire formazione linguistica e professionale, al termine della quale dovrebbe essere resa possibile l’assunzione in azienda.

Oggi, nel maggio 2020, arrivati alla fase conclusiva (il Progetto termina a fine giugno 2020) Alisei ritiene che il bilancio delle attività realizzate sia molto positivo, soprattutto alla luce dei molti ostacoli incontrati, dovuti in gran parte alla difficile situazione economica del paese, ma anche alle caratteristiche strutturali che connotano il mondo del lavoro in Italia.

E’ stato raggiunto un numero più che soddisfacente di inserimenti lavorativi e si è delineato un Modello di interventi e percorsi che possono essere qualificati di Buona Pratica. (Per saperne di più cfr. www.fasttrackintegration.eu).

Per questo, Aliseicoop intende rendersi promotrice di una disseminazione delle modalità progettuali, convinta della sostanziale riproducibilità delle azioni condotte. Ritiene infatti che sarebbe molto utile che l’esperienza RIAC non si concludesse con la fine del Progetto, ma che venisse per quanto possibile incorporata dalle Istituzioni locali , dalle Associazioni del mondo del lavoro, dagli Organismi a vario titolo coinvolti nel supporto e assistenza di rifugiati e richiedenti asilo, come Buona Pratica e buona politica di inclusione.

Sta programmando per questo (il lockdown ne ha solo ritardato I tempi) una serie di interventi di disseminazione di cui si sintetizza l’essenziale. E’ previsto in particolare di:

  • stimolare l’organizzazione di incontri conoscitivi e di bilancio delle competenze (Assessment) dei richiedenti asilo e rifugiati già presso gli Enti gestori dell’accoglienza (v. Modello Passport);
  • promuovere l’apertura di uno Sportello presso i Centri per l’Impiego regionali (cui accedere a cadenza regolare ad es. Settimanale) che consenta di far conoscere ai richiedenti asilo e rifugiati le opportunità lavorative offerte dal territorio e la possibilità di intraprendere tirocini formativi in azienda;
  • informare le aziende sulle diverse opportunità offerte dalle Istituzioni, ma in particolare far conoscere loro le potenzialità lavorative dei richiedenti asilo che documentino I risultati dell’Assessment (che ne ha permesso la selezione), sensibilizzando anche consulenti del lavoro e commercialisti;
  • creare dei momenti di matching domanda/offerta, anche con piccole Job Fair, in cui possano conoscersi datori di lavoro e potenziali candidati;
  • organizzare uno Sportello di supporto all’autoimprenditorialità (destinato in particolare alle donne rifugiate) e alle possibilità di finanziamento in questo ambito;
  • sollecitare a monte la strutturazione di un percorso di Capacity Building per l’insieme del personale pubblico e private coinvolto, in particolare su modalità di approccio a persone provenienti da contesti molto differenti e di sostegno al possibile ruolo ( da parte del personale dei servizi per l’impiego) di mediazione tra la domanda potenziale di rifugiati e richiedenti asilo e l’offerta di lavoro espressa dalle aziende.

Sono disponibili a richiesta materiali e documenti elaborate nel corso del Progetto (cfr. www.fasttrackintegration.eu)

Come funziona RIAC?

Si inizia attivando due percorsi paralleli: innanzitutto si approfondisce la conoscenza del tessuto economico del territorio di riferimento, stabilendo per quanto possibile contatti con le aziende potenzialmente interessate, perlopiù nei settori dove spesso i datori di lavoro faticano a trovare candidati adatti. Allo stesso tempo, vengono coinvolti richiedenti asilo e rifugiati potenzialmente interessati che attraverso una fase denominata Assessment, attraverso la quale vengono selezionati per le offerte di lavoro individuate.

L’Assessment tiene in considerazione non soltanto eventuali esperienze o qualifiche preesistenti, ma soprattutto potenzialità e caratteristiche personali: sono stati attivati dei veri e propri “Bilanci di competenze”, in base alle richieste provenienti dalle aziende per una specifica mansione. È infatti necessario ricordare che i percorsi di formazione dei richiedenti asilo e rifugiati possono essere molto variabili, ma in generale, sono di livello basico, e oltre a non essere formalmente riconosciuti in Europa, non vengono di norma ritenuti sufficienti per l’inserimento lavorativo secondo standard europei. In particolare, durante questa fase, ci si attiva per far incontrare datori di lavoro e beneficiari per una sorta di “matching” tra bisogni ed aspettative reciproci.

Si è realizzato in questa prima fase quanto fosse importante graduare l’approccio di accelerazione, prestando un’attenzione specifica alle singole situazioni, particolarmente delicate per quanto riguarda i richiedenti asilo in generale, ma ancora di più per fasce vulnerabili, come le donne, le giovani madri con figli piccoli che difficilmente trovano possibilità di effettivo inserimento. Offrire percorsi attenti alle singole peculiarità, ha permesso di far emergere capacità e qualità che sono poi state fondamentali nel percorso lavorativo (tra l’altro anche abilità artistiche) che hanno consentito l’inserimento nel settore dell’artigianato tradizionale.

Un ulteriore approfondimento è stato richiesto dalle caratteristiche socioeconomiche del territorio: ogni contesto richiede infatti una determinata conoscenza. Questo era particolarmente chiaro a partire dalle pregresse esperienze di Aliseicoop nel campo della ricerca e azione sul Caporalato, laddove le irregolarità contrattuali sono solo una piccola parte del meccanismo. Conoscere questi elementi ha permesso di attivare un approccio sensibile e attento e garantire percorsi positivi e costruttivi.

Contestualmente alla ricerca del lavoro più idoneo, all’interno di RIAC sono stati attivati percorsi di lingua italiana e corsi di lingua specifici per i settori professionali (con una parte dedicata all’educazione alla cittadinanza), corsi di formazione e iniziative volte ad una integrazione socio-culturale a 360 gradi (partecipazione ad eventi culturali, iniziative, mostre, ecc).

Si sono inoltre resi necessari diversi percorsi di formazione, guidati da figure di Specific Job Trainers, che, unitamente a corsi di italiano specifici e di livello crescente, hanno consentito di offrire alle aziende delle persone maggiormente qualificate e predisposte alla tipologia di lavoro in questione.

Nello specifico, sono stati attivati i seguenti percorsi:

  • Produzione Ceramica;
  • Accoglienza turistica;
  • Produzione vitivinicola;
  • Organizzazione Magazzino e Spedizioni

Un’altra strategia adottata per far fronte a queste problematiche è stata la presenza della figura dello Speed Manager che sin dall’inizio del progetto e successivamente hanno dato sicurezza soprattutto a quelle aziende che più si mostravano dubbiose. Allo stesso tempo, la diversificazione dei settori coinvolti ha consentito di venire incontro alle attitudini (e alle esperienze pregresse) dei richiedenti asilo, emerse nella fase di Assessment.

Questo insieme di attività ha consentito di attivare numerosi tirocini di apprendistato ed effettivi inserimenti lavorativi: in dettaglio, hanno trovato collocazione lavorativa 32 destinatari, nei diversi RIAC, il primo relativo all’agricoltura (Scuderia Unicorno, Azienda Agricola Il Poggiolo, Agriturismo Il Poggiolo, Cantine Goretti, Azienda Agricola Ferranti, Vivaio La Barca, Azienda Agricola Rosati), il secondo relativo alle donne e centrato sul self-employment, nell’ambito del quale è stata creata la APS Fili d’Africa, che si occuperà di sartoria e di empowerment personale e sociale, e il terzo misto (MOD Ceramiche, Little Italy Hostel, parrucchiere Nuovo Look, Konkè SRL, Hotel Altieri, Pizzeria Dario’s, Agriturismo Il Collaccio, Bar Chupito).

 

CONSIDERAZIONI FINALI:

Aliseicoop allo stato attuale Ritiene per questo che sarebbe interessante da parte delle Istituzioni locali dare continuità al modello e alle strategie adottate attraverso RIAC, così da consentire anche in futuro l’avviamento al lavoro di richiedenti asilo e rifugiati, che spesso vedono nel lavoro la concreta possibilità di reale integrazione nel tessuto sociale. Allo stesso tempo, tuttavia, lo sforzo di Alisei è andato nella direzione di una “Integrazione 24/24”, nella consapevolezza che la complessità della condizione dei beneficiari non si ferma di certo all’occupazione lavorativa. Per questo motivo è stato attivato insieme al lavoro anche un percorso di consulenze psicologiche per i partecipanti al progetto, al fine di sostenerli nella rielaborazione dei traumi legati alla migrazione e al loro passato.

Vista l’importanza del progetto e l’attualità dell’argomento, si è ritenuto importante cominciare ad aprire la discussione con la società civile sulle possibilità future di una reale convivenza tra persone provenienti da contesti diversi e spesso difficili.

 A questo scopo è stato organizzato un primo incontro pubblico all’interno della Rassegna di Cinema “Umbria Film Festival” (Montone, PG), dove esperti di vari ambiti (politico, giuridico, antropologico, sociale) si sono confrontati su quali possano essere gli scenari futuri di convivenza e integrazione in Italia e In Europa.

Sono in programma altri eventi pubblici e dibattiti. Uno in particolare è la mostra fotografica in programma a Perugia che documenterà i percorsi di apprendimento e lavoro di alcuni rifugiati e richiedenti asilo. Nel corso della mostra sono previsti spazi di dibattito con rappresentanti delle Istituzioni, amministratori e cittadini.

 

 Perché rendere RIAC stabile e riproducibile?

Attraverso l’implementazione del progetto, si è potuto constatare con preoccupazione che nel territorio umbro grava una situazione statica dal punto di vista occupazionale, in cui le aziende lamentano la scarsità di persone disponibili ad investire in settori poco “allettanti” (ad esempio nel settore artigianale e nel settore agricolo). Le piccole e medie aziende a conduzione familiare di cui è composto il nostro tessuto economico si dicono in difficoltà anche nei confronti delle istituzioni e non hanno gli strumenti per cogliere appieno le opportunità disponibili.

Un esempio su tutti è stata la possibilità di istituire dei Tirocini formativi all’interno delle aziende stesse, un percorso che non è assimilabile ad un contratto lavorativo ma che rappresenta senza dubbio un primo ingresso nel mondo del lavoro per il tirocinante ed una opportunità di formare il proprio personale per quanto riguarda le aziende.

Nello specifico dei richiedenti asilo, questa strada si è rivelata essere quella che ha permesso di superare diffidenza ed ostacoli burocratici, uno strumento valido attraverso il quale i beneficiari hanno potuto apprendere le basi di diverse professionalità, migliorare quindi la propria conoscenza della lingua italiana e conoscere in piccola parte il funzionamento del mondo del lavoro occidentale. Non si può dare infatti per scontato che persone provenienti da contesti socioculturali molto diversi possano immediatamente trovarsi a loro agio in ruoli e posizioni di responsabilità. Garantire dei percorsi di questo tipo, inoltre, contribuisce ad allontanare i migranti dalle maglie della malavita e del caporalato.

La possibilità di intraprendere percorsi di inserimento lavorativo per richiedenti asilo e rifugiati ha influito positivamente anche sulle aziende, consentendo loro di arricchirsi di una esperienza umana e culturale altamente qualificante, una sensibilizzazione verso il tema dell’accoglienza che comporta a ricaduta una sensibilizzazione del territorio nel suo complesso. Inoltre, hanno formato persone ora più qualificate e reso più spendibili le loro competenze nel mercato del lavoro e, attraverso una sorta di “empowerment” delle aziende stesse, hanno potuto sperimentare e conoscere nuove opportunità offerte dalle istituzioni.

Abbiamo trovato agli inizi reticenza, paura, diffidenza. Ora invece le esperienze ci parlano di collaborazioni positive e proficue da entrambe le parti.

 

www.fasttrackintegration.eu